La storia del mostro di Frankenstein, non essendo stata utilizzata come soggetto di alcun balletto di repertorio classico, ci è nota soprattutto attraverso le numerose rappresentazioni teatrali e cinematografiche. Il coreografo Liam Scarlett, artista in sede del Royal Ballet, ha però realizzato un balletto basato sulla versione integrale del celebre romanzo gotico di Mary Shelley.
Strutturato in tre atti, è il frutto della collaborazione tra due grandi compagnie di danza: il San Francisco e il Royal Ballet. Scarlett ha inoltre personalmente commissionato la partitura a Lowell Lieberman, il quale si è impegnato nella realizzazione della musica, sotto l’attenta supervisione del coreografo che ha così avuto la possibilità di controllare e modificare alcuni particolari del lavoro.
È soprattutto il tema dell’amore che Liam Scarlett ha voluto far emergere nella sua produzione, aspetto che accompagna la storia dei personaggi e costruisce tra loro particolari relazioni. Vive nel coreografo la consapevolezza che il romanzo di Shelley sia attraversato da tematiche molto più profonde di quelle che potrebbero apparire da una lettura superficiale.
Non è solo una storia dell’orrore, come molti l’hanno etichettata, ma è il desiderio di Frankenstein di identificare sé stesso e di trovare un posto nel mondo in cui è stato artificialmente creato, in virtù di un esperimento scientifico. La “creatura”, come la stessa autrice lo definisce nel testo, conduce una battaglia contro il suo creatore Viktor, nel vano tentativo di esser accettato da colui che considera un padre e dalla società con cui vive.
È il racconto della ricerca dell’amore e, ad emergere, è proprio quell’aspetto pietoso di una creatura vulnerabile, abbandonata in un luogo sconosciuto, evitata dagli uomini e priva di una guida che gli spieghi come funziona il mondo. Un essere dall’animo forse più “umano” del suo creatore, da quest’ultimo recluso e marginalizzato per l’aspetto terrificante e la natura così diversa e difficile da accettare.
Scarlett ha ambientato la storia nella fine del diciottesimo secolo, attenendosi all’opera originale. Il balletto, in scena alla Royal Opera House di Londra, potrà esser seguito in diretta cinematografica mercoledì 18 maggio 2016 alle ore 20:15 nei cinema aderenti al circuito QMI.
Dunque un’opportunità di entrare a contatto con il mondo della danza e poter osservare, secondo una nuova prospettiva, uno dei più noti romanzi gotici dell’Ottocento.
Elisabeth Cinti
Il prossimo articolo uscirà il 16 maggio
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