“Mens sana in corpore sano” ovvero la salute mentale (e psichica) si può ottenere solo avendo cura del proprio corpo.
Questo non vuol dire che, se il nostro fisico è per qualche accidente debilitato, noi non possiamo avere una vita mentale e psichica buona ma solo che se vogliamo avere una buona situazione psichica e mentale dobbiamo aver cura del nostro corpo, in qualsiasi situazione si trovi. Noi, che siamo discendenti dei latini ci siamo dimenticati di questo loro saggio insegnamento e ci occupiamo troppo poco della nostra salute fisica.
Il WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato a settembre 2018 [scaricabile liberamente da internet] uno studio che documenta come nel periodo 2001-2016 sia molto alta la percentuale di soggetti non attivi o scarsamente attivi, in particolare per i paesi occidentali ad elevato sviluppo, tra i quali l’Italia. Il lavoro è stato ripreso, e fatto proprio, dal dipartimento della salute degli USA (US Department for Health and Human Services) nel recente congresso dell’American Heart Association tenuto ad Orlando (Florida) dal 9 al 12 novembre c.a..
I dati globali parlano di un 27,5% di soggetti non adeguatamente attivi nel 2016; il problema è maggiore per le donne che presentano una percentuale di inattività del 31,7% contro il 23,4% degli uomini. Ovvero una donna su tre non svolge adeguata attività fisica mentre un uomo su quattro è al di sotto dei livelli minimi indicati dall’WHO.
La ragione dell’interesse del WHO per questo argomento va ricercata nell’ormai ben documentata evidenza che l’attività fisica svolge un ruolo rilevante nella prevenzione primaria di molte malattie (così come sostenevano i latini circa 2.000 anni fa) e queste hanno un importante impatto sulla qualità della vita e sui costi sanitari.
In particolare è documentata una minor incidenza delle patologie cardio-vascolari come:
– infarto miocardico
– ipertensione ed ictus cerebrale
– diabete
– obesità
– decadimento cerebrale
– depressione
– osteoporosi e alterazioni dell’apparato osteo-articolare
– cancro, in particolare tumore al seno e al colon
Inoltre l’attività fisica può contribuire a mantenere il peso corporeo nei limiti della norma migliorando il livello di salute generale (1).
Negli Stati Uniti calcolano che 117 miliardi di dollari ogni anno sono spesi per patologie che potrebbero essere prevenute con una corretta attività fisica. In sintesi i consigli del WHO dicono che è bene che venga svolta un’attività distribuita nell’arco della giornata utilizzando tutti i momenti disponibili, non soltanto quelli dedicati in modo specifico alla ginnastica, ma questa deve integrare l’attività di base.
Sia i soggetti sani ma anche quelli affetti da malattie croniche o con limitazioni funzionali devono aver cura del loro benessere fisico muscolare; è logico che queste persone dovranno consultare il loro medico prima di svolgere un’attività che sia adeguata sia nell’intensità che nella quantità e sempre sotto il controllo di personale competente. In un prossimo articolo parleremo dell’attività fisica adeguata e successivamente entreremo nel mondo dell’attività aerobica e anaerobica.
Dott. Antonio Cannistrà
(1) Un indicatore riconosciuto a livello internazionale per la valutazione del corretto peso corporeo è il Body Mass Index (BMI) o, in italiano Indice di massa corporea (IMC). Il calcolo è semplice ed è BMI = Peso (in Kg) / altezza2 (in metri) ovvero Kg/mq. Un valore compreso tra 20 e 25 Kg/mq definisce un peso “nella norma”; un valore superiore a 25 ma inferiore a 30 definisce il “sovrappeso”; un valore superiore a 30 indica il problema “obesità”.
Dott. Antonio Cannistrà, Medico, specialista in Ematoligia e Statistca Sanitaria. Ricercatore per l’Italian Center for Single Session Therapy
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