Definizione del termine
La danza di carattere è un particolare tipo di danza, da sempre incorporata nei balletti del repertorio classico, che si basa sulle tradizioni folkloristiche e popolari di un determinato paese, evidenziandone, appunto, il “carattere” nazionale.
Si riferisce dunque ad un mondo espressivo e culturale che si pone in una zona intermedia fra le primitive forme di danza popolare e la rigida tecnica della danza accademica. Ha infatti origini antichissime ma ancora oggi detiene un posto importante all’interno del panorama della danza.
Storia dello stile
Il primo ad utilizzare il termine “danza di carattere” fu il coreografo e teorico della danza Carlo Blasis (1797-1878) che la definisce come uno stile da sempre presente sul palcoscenico europeo, ma al quale è stata attribuita un’importanza minore.
Appare infatti evidente come nel periodo preromantico questa tipologia di arte non viene apprezzata dal pubblico perché ritenuta poco raffinata e grottesca. Non si possono però non ricordare i numerosi ballerini e coreografi che invece investirono su di questa, utilizzandola per arricchire e colorare i balletti di repertorio.
La prima creazione, che può esser definita come un esempio di balletto “di carattere”, è stata La Fille mal gardée, rappresentata a Bordeaux con la coreografia di Jean Dauberval. Con il Romanticismo la danza di carattere viene fortemente rivalutata perché in grado di rinforzare l’orgoglio nazionale e il sentimento di amore per la patria, uno dei valori fondanti di questo periodo storico. È proprio in quest’epoca che emergono alcuni dei contributi più importanti nella definizione e maturazione del genere.
Tra i più celebri va menzionato Saint-Léon (1821-1870) che nel capolavoro Coppelia inserisce l’elemento folkloristico, da lui molto apprezzato. Nel primo atto vengono eseguite la csardas collettiva (una danza popolare ungherese) e la celebre mazurka (una danza di origine polacca).
Un altro grande contributo fu quello di Marius Petipa (1818-1910), ballerino e coreografo francese, vissuto in gioventù per un periodo in Spagna, terra dalla quale apprese una serie di conoscenze sulla danza spagnola che poi inserì nelle sue coreografie. Si dedicò attivamente allo studio e all’osservazione dei movimenti dei ballerini andalusi, dei loro costumi tradizionali, della loro musica e si interessò particolarmente alla cultura e al folklore spagnolo. Rappresentò tutti questi elementi nelle sue celebri creazioni come Don Chisciotte, Carmen e Paquita.
Anche il coreografo e maître de ballet Lev Ivanov ( 1834-1901) fu importante nel consolidamento della danza di carattere, con la creazione di alcune danze per lo Schiaccianoci. Troviamo in questo balletto la danza russa e la danza francese.
Nel corso del Novecento la danza nazionale ebbe un fortunato sviluppo nelle Stagioni Parigine (1909-1911), grazie alla compagnia dei Balletti Russi diretti da Diaghilev.
Perché studiarla oggi?
Sono dunque numerosi i balletti che sfoggiano al loro interno esempi di questo tipo di danza che, secondo molti, può esser di notevole aiuto nella formazione del danzatore perché sviluppa notevolmente l’espressività e aiuta a enfatizzare l’interpretazione personale.
Elisabeth Cinti
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