I movimenti degli arti inferiori rispetto al tronco hanno il loro fulcro sul bacino, più specificatamente sull’articolazione coxofemorale, è questo l’elemento che ci permette di camminare, che sostiene il peso del corpo e deve resistere alle sollecitazioni gravitazionali.

La struttura è tale da attutire le sollecitazioni gravitazionali; la colonna è centrale e verticale mentre le facce dell’articolazione coxofemorale sono inclinate in avanti e in basso, il collo del femore ha un angolo di circa 90° rispetto alla cavità in cui si inserisce la testa, ed ha un angolo di circa 120° rispetto al corpo del femore, il femore ha poi un’inclinazione che va dall’alto verso il basso e dal lato al centro. In tal modo le sollecitazioni che partono dal piede non arrivano in linea diretta alla testa ma sono frammentate, e quindi ridotte.

L’articolazione coxofemorale è composta da quattro ossa.  Per il versante bacino partecipano le tre ossa che lo costituiscono ovvero l’osso pubico in avanti e medialmente, l’osso ischiatico in basso e l’osso iliaco posteriormente e lateralmente, queste formano la cavità acetabolare.

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Cosa sono gli additivi alimentari? E perchè è importante conoscerli? 

Gli additivi alimentari sono delle sostanze che vengono aggiunte agli alimenti per soddisfare alcune esigenze tecniche e sono raggruppati in base alla funzione che svolgono una volta aggiunti al cibo, ad esempio coloranti, stabilizzanti, addensanti, gelificanti, antiagglomeranti, agenti che modificano la lucentezza, gas d’imballaggio e propellenti.

Solo le sostanze che normalmente non sono consumate come alimento o che non sono dei tipici ingredienti degli alimenti, sono classificati come additivi. Nell’Unione Europea, vi sono tre direttive che stabiliscono la lista degli additivi che si possono utilizzare (escludendo gli altri), gli alimenti in cui essi si possono utilizzare e la quantità massima. 

Gli additivi considerati sicuri per l’utilizzo nel cibo sono contrassegnati da una sigla: E-numero (E per Europa), che è anche un modo semplice e conveniente per etichettare gli additivi permessi nei diversi Paesi Europei. Vediamone alcuni fra i più comuni:

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La sbarra a terra

Aprile 12, 2018

La sbarra a terra è una tecnica di supporto utilizzata dai danzatori durante le lezioni per migliorare la tecnica e perfezionare i movimenti.

L’idea della “barre à terre” o “barre au sol” si deve a Boris Kniaseff, un ballerino e maestro russo che negli anni ’50 ha insegnato danza a Parigi. Secondo alcuni il maestro fu costretto ad utilizzare questo nuovo metodo d’insegnamento perché nell’edificio storico dove teneva le sue lezioni non era permessa l’istallazione delle classiche sbarre da danza. Secondo altri invece Kniaseff fu semplicemente ispirato degli artisti del circo Medrano che si esercitavano per lo più con movimenti a terra.

Anni più tardi la paternità della tecnica è stata anche rivendicata da Zoula de Boncza, una ex ballerina dell’Opéra-Comique che ha inoltre racchiuso l’idea in un libro “La danse classique sans barre” interamente incentrato sulla sbarra a terra.

Quel che possiamo affermare con certezza è che sicuramente il metodo ha riscosso grande successo in tutto il mondo, con ulteriori sviluppi in Inghilterra (Maria Fay) e negli Stati Uniti (Zena Rommett).

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Lo jeté è uno dei passi più noti nella danza classica. Il nome, corrispondente del francese “lanciare”, descrive il movimento che il corpo compie nell’esecuzione del passo stesso. In questo salto infatti il danzatore sposta il proprio peso corporeo da un piede sull’altro.

Come altri passi di danza, lo jeté richiede l’attenzione a molti dettagli che ne garantiscono una buona riuscita.

Un buon salto è sicuramente aiutato da una buona partenza. È infatti la spinta dei piedi sul suolo a permettere un maggior slancio. Per questo prima di partire è necessario fare un demi-plié.

Mentre si è ancora in demi-plié la gamba che inizia il passo (e che darà la direzione del salto) è liberata dal peso del corpo.

Una forte spinta permetterà di saltare in alto mantenendo per un istante il corpo in elevazione. 

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La merenda è e deve essere pensata come uno dei pasti principali di un bambino soprattutto sportivo; è un pasto strategico che deve fornire energia, vitamine e nutrienti necessari per la resa dell’attività in sé stessa ma soprattutto per garantire un apporto di calorie giusto e non esagerato. Bisogna, però, sfatare il mito che coloro che fanno sport debbano mangiare di più rispetto a chi non ne fa, poiché il fabbisogno giornaliero di un giovane sportivo varia molto anche in base ad altre attività quotidiane che vengono svolte nell’arco della giornata. Però attenzione: nel caso in cui il bambino sia normopeso la merenda non deve superare comunque le 180 calorie, bisogna per cui puntare su un frutto o uno yogurt in abbinamento ad una fetta biscottata, meglio se integrale oppure semplicemente alla classica fetta di pane e marmellata o miele. Nel caso invece di un bimbo sovrappeso la merenda non dovrà superare le 150 calorie: puntiamo a uno o due frutti, o yogurt e un frutto. Meglio lasciare i cibi più ricchi di proteine per la cena, poiché richiedono una digestione più lunga.

Le etichette, queste amiche sconosciute: bisogna imparare a leggerle.

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Jenifer Ringer direttrice della Colburn Dance Academy suggerisce quali siano, secondo lei, i punti da seguire per riuscire a fare una perfetta pirouette doppia.

1. Abbi fiducia nella tua quinta: è difficile credere che la quinta posizione ti dia abbastanza forza per girare.  Come risultato, Jenifer Ringer vede danzatori “andare in avanti, sporgere le gambe, muovere i piedi così che alla fine non stanno veramente girando dalla quinta”.  Prova a fare una piroette singola pulita senza barare.

“Il movimento deve essere capito” ammette, ma almeno questo ti permetterà di girare di più “senza perdere la tecnica”.
“Spingi sul pavimento quando ti prepari ma non ti fermare” ricorda Ringer “il pliè dovrebbe dare la forza e lo slancio necessario per il relevè”.

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Il bacino nella danza

Febbraio 9, 2018

La posizione eretta pone degli interessanti argomenti di statica e di dinamica. Uno di questi argomenti riguarda l’articolazione del tronco sulle gambe, ovvero il bacino.

Il bacino ci permette di piegarci in avanti ed indietro, di ruotare di lato e di compiere tutti i movimenti propri degli arti inferiori, come la deambulazione ma è anche il punto in cui si giocano le forze di gravità e di resistenza alla gravità.

Se immaginiamo il nostro corpo come costituito da mattoncini, tipo Lego, risulta formato da due colonne: gli arti inferiori; da un cilindro: il tronco; e da due colonne collegate al tronco: gli arti superiori.

Il perno da cui dipende la nostra capacità di movimento è il bacino, posto tra gli arti inferiori ed il tronco.

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Arabesque

Gennaio 23, 2018

L’arabesque è uno dei passi base della danza classica, definito anche “posa”. Il termine significa “arabesco, ghirigoro” o anche “alla maniera islamica”, poiché nell’arte islamica, dove era proibito raffigurare corpi umani, si ricorreva a delle figure stilizzate.

La posa prevede che il peso del corpo poggi sulla gamba portante, mentre l’altra è sollevata e allungata all’indietro. Le braccia sono normalmente in allongé (posizione allungata); solitamente uno è allungato in avanti mentre l’altro è à la seconde.     

Esiste anche la variante ottocentesca arabesque à deux bras in cui entrambe le braccia sono in avanti. Era usato molto nel balletto romantico Giselle.

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Buon inizio anno

Gennaio 3, 2018

Danza Più augura Buon anno e Buon 2018

Con il nuovo anno la Sezione News di Danza Più vi rinnova l’appuntamento ogni 1a e 3a settimana del mese

con interessanti articoli per essere sempre informati ed aggiornati e nuove collaborazioni!

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Buona Natale da Danza Più

Dicembre 18, 2017

Danza Più News
augura a tutti
Buone Feste

e vi da appuntamento a gennaio
con l’uscita degli articoli della sezione News, pubblicati ogni 1a e 3a settimana del mese, con tante informazioni sul mondo della Danza e non solo…
Da quest’anno il nostro blog si arricchisce inoltre di nuove e professionali collaborazioni.

Continuate a seguirci

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