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Come affrontare correttamente il cambio di stagione: strategie alimentari per lo sportivo.

Fermo restando che per chi pratica sport, in particolare a livello agonistico, spuntino e merenda sono assolutamente fondamentali, si può avvertire un calo energetico in fase di cambio di stagionale seppur seguendo un corretto regime alimentare e facendo un allenamento costante. Questo perché il nostro organismo è strettamente connesso con l’ambiente esterno, si trova a doversi adattare in qualche modo anche alla temperatura, alle condizioni del meteo, agli sbalzi di pressione, all’umidità esterna e a quella interna degli edifici in cui viviamo, ed è continuamente sollecitato a reagire in condizioni sia normali che di stress. Intanto gli impegni quotidiani prendono il sopravvento, ma noi ci sentiamo improvvisamente incapaci di fare tutto quello che dovremmo. Concentrazione e vitalità? A.A.A. cercasi disperatamente! Il cambio di stagione può diventare una vera e propria tragedia per molti di noi e ci costringe a trovare un assestamento tra fisico ko e umore nero. Per recuperare vitalità e benessere basta mangiare bene. Sì, proprio così: una delle migliori strategie contro la sindrome da cambio di stagione viene dalla tavola, tutto grazie a una serie di alimenti che contengono o stimolano la produzione di sostanze promotrici del buonumore. 

La primavera, nemica o amica?  

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Cosa sono gli additivi alimentari? E perchè è importante conoscerli? 

Gli additivi alimentari sono delle sostanze che vengono aggiunte agli alimenti per soddisfare alcune esigenze tecniche e sono raggruppati in base alla funzione che svolgono una volta aggiunti al cibo, ad esempio coloranti, stabilizzanti, addensanti, gelificanti, antiagglomeranti, agenti che modificano la lucentezza, gas d’imballaggio e propellenti.

Solo le sostanze che normalmente non sono consumate come alimento o che non sono dei tipici ingredienti degli alimenti, sono classificati come additivi. Nell’Unione Europea, vi sono tre direttive che stabiliscono la lista degli additivi che si possono utilizzare (escludendo gli altri), gli alimenti in cui essi si possono utilizzare e la quantità massima. 

Gli additivi considerati sicuri per l’utilizzo nel cibo sono contrassegnati da una sigla: E-numero (E per Europa), che è anche un modo semplice e conveniente per etichettare gli additivi permessi nei diversi Paesi Europei. Vediamone alcuni fra i più comuni:

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La merenda è e deve essere pensata come uno dei pasti principali di un bambino soprattutto sportivo; è un pasto strategico che deve fornire energia, vitamine e nutrienti necessari per la resa dell’attività in sé stessa ma soprattutto per garantire un apporto di calorie giusto e non esagerato. Bisogna, però, sfatare il mito che coloro che fanno sport debbano mangiare di più rispetto a chi non ne fa, poiché il fabbisogno giornaliero di un giovane sportivo varia molto anche in base ad altre attività quotidiane che vengono svolte nell’arco della giornata. Però attenzione: nel caso in cui il bambino sia normopeso la merenda non deve superare comunque le 180 calorie, bisogna per cui puntare su un frutto o uno yogurt in abbinamento ad una fetta biscottata, meglio se integrale oppure semplicemente alla classica fetta di pane e marmellata o miele. Nel caso invece di un bimbo sovrappeso la merenda non dovrà superare le 150 calorie: puntiamo a uno o due frutti, o yogurt e un frutto. Meglio lasciare i cibi più ricchi di proteine per la cena, poiché richiedono una digestione più lunga.

Le etichette, queste amiche sconosciute: bisogna imparare a leggerle.

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Sappiamo tutti quanto sia importante mangiare correttamente e ancor di più vi è uno stretto legame tra una corretta nutrizione e prestazione atletica, qualunque sia lo sport preso in considerazione, danza compresa. Diventa particolarmente interessante se si parla di sport nell’infanzia e nell’adolescenza, periodi nei quali alle esigenze per l’attività fisica si vanno a sommare quelle per l’accrescimento e le altre attività tipiche dell’età. In questa fase della vita l’alimentazione è un fattore cruciale non solo per garantire buoni risultati sul campo, ma anche e soprattutto per una buona crescita e un buon rendimento nelle attività scolastiche. Si tratta di un periodo delicato nel quale l’organismo è in formazione. Una alimentazione errata, per eccesso o difetto, per qualità e quantità, non soltanto può pregiudicare la prestazione atletica ma, cosa molto più importante, può portare a problemi nell’accrescimento che a loro volta potranno essere causa di problemi ancor più severi nell’età adulta; dal sovrappeso, all’obesità, al corteo di patologie che queste si portano dietro fino al sottopeso, alla dismenorrea o ai disturbi del comportamento alimentare tipici di atleti che praticano sport con rigidi requisiti estetici o categorie di peso.

Il sovrappeso e la successiva obesità infantile sono condizioni che non vanno sottovalutate, anzi. In continuo aumento, i bambini in forte sovrappeso sono a rischio di numerose patologie sia nel breve termine sia nel lungo periodo ovvero in età adulta. Un recente studio tutto italiano ha evidenziato come già in età infantile, i chili di troppo possano predisporre a malattie gravi quali diabete e patologie cardiovascolari.
Vi sono alcuni fattori di rischio da tenere in considerazione:  

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