Nel nuovo e acclamato balletto del coreografo Wayne McGregor la danza e la letteratura si fondono, dando vita a una singolare ed emozionante produzione che rende omaggio a una delle più celebri e rivoluzionarie scrittrici del modernismo novecentesco: Virginia Woolf.
Il balletto affronta i temi di tre delle opere più famose di Woolf: Mrs Dalloway, Orlando e Le Onde, unendo a questi alcuni estratti dei saggi, delle lettere e del diario della scrittrice. La liricità dei movimenti dà forma alla profondità del tormentato animo della scrittrice che ha disseminato nelle sue opere frammenti dei suoi pensieri e riflessioni sulla sua vita e sul suo modo di vedere il mondo.
Una delle caratteristiche centrali di questi romanzi è la tecnica stilistica del “flusso di coscienza”, ovvero il flusso ininterrotto e disordinato di pensieri che animano la mente dei personaggi e che risultano essere i veri protagonisti dei racconti. Questa particolare tecnica, che pone l’interiorità come soggetto narrativo, è fedelmente riprodotta da Wayne McGregor.
Il coreografo fa infatti apparire in alcune sequenze differenti personaggi simultaneamente sulla scena, riuscendo a rendere visivamente la copresenza di più elementi diversi.
Una delle parti, considerate più spettacolari dalla critica, è il pas de deux di Mrs Dalloway. Parallelamente al romanzo il balletto evoca il realismo psicologico dell’autrice, unendo passato e presente e fondendo aspetti biografici con quelli dei protagonisti. La ballerina Alessandra Ferri, che fa con questo trittico il suo rientro sulle scene, impersona sia Clarissa Dalloway sia Virginia Woolf, riproducendo la piena coesione tra le due personalità, quella dell’autrice e quella della sua creatura letteraria.
Clarissa dunque, in un continuo alternarsi tra presente e passato, si blocca improvvisamente sulla scena e appare un’altra ballerina che impersona Clarissa da giovane. Questa nuova e piccola Clarissa danza con Peter, il suo amore giovanile. Con questo pas de deux, che è la rappresentazione di un ricordo della matura Signora Dalloway, si raggiunge il massimo lirismo coreografico.
E’ il tocco dell’orologio del Big Ben (il romanzo, come dunque il balletto, è ambientato a Londra) a porre fine alla scena; la giovane Clarissa si blocca e subentra un nuovo ricordo.
Rivestono in quest’opera una fondamentale importanza la partitura creata appositamente da Max Richter che unisce alla musica elettronica quella dal vivo.
Il balletto è trasmesso, in diretta dalla Royal Opera House di Londra, l’8 febbraio alle 20.15 in tutti i cinema aderenti all’iniziativa.
Elisabeth Cinti
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